Pregiudizi

Il “pregiudizio”, il suo uso, porta ad errori cognitivi.

Chi ha (chi non ne ha?) pregiudizi spesso commette degli errori di valutazione su situazioni, persone, esseri viventi e così via. Un esempio: se mi convinco che il proverbio “can che abbaia non morde” (inteso sia verso la specie canina che come metafora) sia valido, potrei essere morso da un cane che abbaia.

E tuttavia, nel dare un giudizio su una situazione, persona, etc non è affatto raro che ci facciamo trascinare da pregiudizi.
Il pregiudizio è una comodità, ci dà sollievo in un evento nuovo, proprio perché possiamo illuderci che siamo sufficientemente informati al riguardo, e decidiamo di mettere una etichetta che consente di scegliere rapidamente.

Il pregiudizio è un “riduttore di complessità”, è una sorta di “comfort zone”, e quindi vi si ricorre ogni volta che ci si trova a confrontarsi con situazioni complesse, ansiogene.

Se dovessimo far caso a quante volte utilizziamo pregiudizi nel vivere di ogni giorno, probabilmente ne saremmo sorpresi. La cosiddetta saggezza popolare, appresa in tenera età, e per tramite di figure di riferimento (genitori, altri parenti) e basata su declinazione di proverbi (rosso di sera, buon tempo si spera, chi la dura la vince, il mattino ha l’oro in bocca…) o sulle superstizioni, legate al fascino del pensiero magico ( sono del segno zodiacale del cammello. Tu della iena, quindi…. Mille e non più mille, le profezie di Nostradamus, mai aprire un ombrello in casa…) sono fonti pressocchè inesauribili, e buone quasi in tutte le situazioni, di strumenti che inquinano il giudizio e la valutazione.

Se facciamo caso a pregiudizi tuttora in essere, come quello sulla razza, ci possiamo rendere conto fin dove può giungere il danno prodotto. A. Einstein , sbarcando profugo negli USA all’agente che gli domandava nome, cognome, provenienza e razza, rispose “Albert Einstein, Europa, umana”.
Ma i pregiudizi sulla razza fecero milioni di morti nel secolo scorso, per secoli furono all’origine della schiavitù.

Scendendo a dimensioni meno insostenibili, e mantenendo un atteggiamento di tolleranza relativa, che si può fare per ridurre il numero di pregiudizi che tutti più o meno ospitiamo? In attesa di commenti, cordialmente

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